25 aprile a Vergato, la festa di tutti

2019/04/25, Vergato – Forte affluenza di cittadini in piazza, un’evento in crescita anno dopo anno dopo un periodo negli anni passati di scarsa partecipazione. Le motivazioni le lasciamo agli esperti di comunicazione, basta la presenza che vorremmo ritrovare nelle motivazioni ampiamente esposte nell’articolo precedente. La deposizione di corone ai cippi sul territorio dei giorni scorsi, la deposizione della corona nella caserma dei Carabinieri e la cerimonia in piazza documentata dalle foto hanno visto la partecipazione del luogotenente Marco Pierantozzi, comandante della Guardia di Finanza di Vergato e per la locale stazione Carabinieri ha partecipato il Comandante, Maresciallo Maggiore, Ermanno Lo Brano assieme a rappresentanti dei Carabinieri in congedo e Alpini, i bambini della Scuola elementare del Capoluogo e alcuni rappresentanti della Associazione Culturale Islamica per l’orientamento di Vergato.

«Festeggiare il 25 aprile significa celebrare il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia, dopo vent’anni di dittatura, di privazione delle libertà fondamentali, di oppressione e di persecuzioni. Significa ricordare la fine di una guerra ingiusta, tragicamente combattuta a fianco di Hitler. Una guerra scatenata per affermare tirannide, volontà di dominio, superiorità della razza, sterminio sistematico»
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Vergato 25 aprile 2019 -74° Anniversario della Liberazione

Il discorso del sindaco Massimo Gnudi

Rivolgo un saluto a tutti i presenti, alle Autorità civili e militari, alle rappresentanze partigiane, alle cittadine, ai cittadini tutti.
Oggi , in questa piazza, Piazza della Pace, davanti al Monumento eretto in ricordo dei caduti di tutte le guerre, festeggiamo il 25 aprile, 74° anniversario della Liberazione.
Il nostro pensiero è innanzitutto quello della riconoscenza verso quei giovani vergatesi che nei primi mesi del 1944, all’inizio poche unità poi diverse decine, si diedero alla macchia. Dopo essersi procurati le armi, combatterono nei primi scontri armati a Calvenzano, a Vergato e a Labante con azioni di guerriglia e disturbo ai convogli tedeschi, quei giovani vergatesi che nel mese di giugno del “44 diedero vita ad una formazione partigiana locale autonoma con alla guida Gino Costantini “Il comandante John”.

Quei giovani, uomini e donne resistenti, che scelsero di non piegarsi rifuggendo e combattendo il facile, conveniente e silenzioso conformismo di chi pensava di potersi salvare piegandosi alla dittatura nazifascista e alle leggi razziali, che ci hanno consegnato un Paese libero e democratico, che ci hanno assicurato 74 anni di pace.
Il nostro pensiero di riconoscenza è rivolto a quei soldati di diversi paesi che sono stati protagonisti di tante battaglie in questo territorio. Uomini venuti da lontano che combatterono e diedero la vita. Ai soldati brasiliani della FEB che dopo i lunghi mesi trascorsi alla fine del “44, sulla linea del fronte da Rida di Vergato, il 5 marzo del ’45, dopo aspri combattimenti tra Soprasasso e la Serra entrarono a Castelnuovo, ponendo le premesse per la successiva liberazione di Vergato.
Ai soldati americani della Prima Divisione corazzata, che il 14 Aprile raggiunsero Vergato , sotto il fuoco dei cannoni e dei mortai tedeschi appostati sul Monte Pero e il 16 aprile liberarono definitivamente il capoluogo , insieme alle località e alle alture circostanti.

Il rilevante contributo alla Resistenza e alla guerra di Liberazione, nel nostro territorio ha lasciato traccia nella presenza di monumenti, cippi e lapidi che costellano il paesaggio urbano e rurale. Vergato, la Chiusa, Boschi, Susano, Tolè, Rida, Castelnuovo, Boscaccio, Precaria, Cereglio, da luoghi di morte sono divenuti luoghi di memoria tangibile di ciò che avvenne.
Vergato, come ha ricordato nel 2002 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nella motivazione del conferimento della Medaglia d’Oro ai merito Civile, “situato sulla linea gotica si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e un gran numero di bombardamenti da parte alleata, che provocarono numerose vittime e la distruzione della quasi totalità dell’abitato. La popolazione offrì splendido esempio di generosità nel soccorso dei superstiti e grande spirito di solidarietà per gli sfollati.”


Il discorso del sindaco Massimo Gnudi

Cittadine e Cittadini,
Il 25 aprile è innanzitutto un momento di gioia , una giornata di festa.
Una Festa Nazionale che nessuno riuscirà a cancellare.
Senza questa giornata noi italiani non conosceremmo la differenza tra democrazia e dittatura.
Si dice da più parti che celebrare la Resistenza oggi è un fatto storico che non riguarda il presente. Ora io mi chiedo dove vivono, queste persone che danno questo giudizio, perché se il loro giudizio è che oggi non c’è pericolo per il ritorno del fascismo, delle dittature e delle democrazie dittatoriali anche se elette a maggioranza , se questo è lo scenario, dire che oggi l’antifascismo non è attuale è davvero fuori dalla realtà, lo penso invece , che l’antifascismo resta una prospettiva per il nostro futuro,: non per farne un discorso di parte, ma per farne la base comune della storia e del futuro della nostra Repubblica.
La Resistenza ci parla di presente e di futuro. Ci costringe a guardarci dentro, a guardare che Paese siamo diventati
La crisi in questi anni ha creato un distacco tra la realtà delle persone e i diritti ed i valori richiamati dalla nostra Costituzione. Il diritto al lavoro ed il diritto a tutele fondamentali, garantite attraverso lo stato sociale. Molte persone si sono impoverite e non hanno più visto una Repubblica in grado di rimuovere gli ostacoli che oggi producono disuguaglianze.Le disuguaglianze sociali hanno alimentato la sfiducia , il rancore ed allontanato le persone dalla politica, dalla partecipazione, dalle istituzioni.
Sta prevalendo una cultura individualista che accentua l’istinto di sopravvivenza, e che fa percepire i valori solidaristici come non vincenti in una società fortemente competitiva.
La Resistenza ci ha insegnato che nessuno si salva da solo e che abbiamo bisogno di unirci come popolo e riscoprirci italiani solidali ed europei.
Se vogliamo essere eredi della Resistenza e non ereditieri egoisti e divisi dobbiamo impegnarci e combattere a viso aperto per quel progetto di Europa che è nato dalla seconda guerra mondiale e dalla lotta di Liberazione.


Dalla Resistenza abbiamo creato le condizioni per costruire l’Unione Europea, una Unione non solo monetaria, ma una Unione di intenti, in cui i popoli europei si ritrovarono coesi nel costruire un futuro di pace, dopo secoli di conflitti e divisioni. Oggi questo aspetto è di una attualità disarmante.Non possiamo assistere inermi al ritorno di sovranismi e nazionalismi.,
Non c’è avvenire per l’Italia se non nella realizzazione di un nuovo patriottismo europeo.
Perchè la nostra grandezza, come di ogni altro Paese del vecchio continente ,non è stata mai e tanto meno è oggi il frutto della separazione o del nazionalismo che isola , bensì del perenne scambio con gli altri , dell’intreccio delle culture , delle tradizioni e degli stili di vita ,del mischiarsi continuo di etnie diverse.

Un’Europa più unita , più integrata nelle sue politiche , indirizzata ad una emancipazione democratica e sociale e un nuovo patriottismo europeo , non umiliano ma al contrario esaltano il meglio di tutte le patrie d’Europa.
Bisogna essere orgogliosi di essere italiani e europei, che si sia nati in Italia o che si sia arrivati da altri luoghi del mondo e qui si viva condividendo un insieme di valori : libertà eguaglianza, fratellanza che sono valori universali non solo europei.
Dobbiamo chiedere fermamente a tutti di condividerli, anche a chi accogliamo.
Allo stesso tempo dobbiamo dire che è il momento di dare la cittadinanza italiana e europea ai tanti giovani nati qui, che hanno studiato qui insieme ai nostri figli senza costringerli all’umiliazione di chiedere la cittadinanza italiana.


Care cittadine e cittadini,
la memoria di quanto è accaduto settantaquattro anni fa è un patrimonio che dobbiamo preservare e valorizzare.
Una memoria capace di trasmettere la storia di questi territori , di alimentare l’identità e il senso di appartenenza a questa comunità.
Nelle scorse settimane è stato inaugurato un monumento dedicato ai fatti accaduti lungo la Linea Gotica. Un Geode che protegge la memoria.Un progetto promosso dall’Anpi che ha visto impegnati studenti dell’Istituto Fantini in collaborazione con il Liceo Artistico di Bologna e lo scultore Paolo Gualandi , collocato in prossimità del bivio tra Cereglio e Tolè. .
Partendo dal presupposto che Vergato possa essere una delle porte di accesso più significative ad un percorso ricco di valori storici e culturali come la “ Linea Gotica.
È in avanzato stato di realizzazione il progetto di creare presso una struttura di archeologia industriale, come le Fornaci di Vergato, un vero e proprio centro di documentazione della Linea Gotica; chiamato “Gotica 64,la strada del fronte appenninico”
Il Centro vuole essere un luogo che si caratterizza come la sede più qualificata per rivivere attraverso la narrazione e il racconto alcune delle situazioni più significative delle vicende belliche accadute nella valle del Reno
A completamento sono in corso di progettazione due itinerari riguardanti luoghi dove sono avvenuti eventi bellici. L’itinerario lo Spicchio-Monte Pero e l’itinerario delle Grotte di Soprasasso e dei luoghi della memoria diRiola e Castelnuovo.
I lavori di restauro del fabbricato sono stati finanziati dalle risorse del Patto per Bologna
II prossimo 4 maggio verrà presentato il progetto di allestimento.
Care cittadine e Cari Cittadini, festeggiamo il 25 aprile per capire il presente e affrontare il futuro,
W il 25 Aprile,W la Resistenza, W Vergato medaglia d’oro al valore civile.
25 aprile 2019
Il Sindaco Massimo Gnudi