Vi svelo il mistero del “Melo Cespuglioso”

2019/12/01, Vergato – Ecco un aiuto che pone fine a un “dubbio” dei nostri amici in cerca di rarità frutticole da coltivare in montagna. Chiarisce bene Rino Credi fornendo dettagli sul tipo di pianta ma già conosciamo la risposta che potrebbe dare il nostro amato presidente sognatore… sì và bèh... ma se riuscissimo a piantarne migliaia di piante in Appennino con i frutti cosa potremmo fare? E se lo mischiassimo al succo di mela rosa romana? Potrebbe uscire una cosa mai vista! Proviamoci… facciamo un comitato!

“Mela cespugliosa” ormai è un brand vergatese!

Scive Rino che ringraziamo…

Vi svelo il mistero del “Melo Cespuglioso”

A seguito della visione del video su una strana pianta segnalata nel nostro territorio da un simpatico trio di compaesani vergatesi, vi svelo il mistero della sua natura dicendovi che purtroppo, come ipotizzato, non si tratta di una particolare e antica varietà di melo.

Il cespuglio in questione è semplicemente un comune esemplare di Cotogno Chaenomeles (o Cydonia). Tale pianta è un arbusto ornamentale conosciuto ai più con il romantico nome “Fior di pesco o Pesco da fiore” e anche come “Cotogno da fiore” o “Cotogno giapponese”, nome che rende note quelle che sono le sue origini orientali. È estremamente facile da coltivare e può essere inserito in tutti i giardini.

Il “Fior di pesco” fa parte dell’ampia famiglia delle Rosaceae e del genere Chaenomeles. Questo genere botanico comprende poi quattro diverse specie e moltissimi ibridi. Trattasi di arbusti o piccoli alberi (l’altezza usualmente non supera i 150-200 centimetri), a foglia caduca, molto amati per la loro fioritura molto precoce (inizia a fine inverno). I fiori non profumano, tuttavia hanno petali di un colore intenso che va dal rosa al rosso. Le piante mostrano anche spine acuminate che decorrono lungo i rami. Inoltre, con il procedere della stagione vegetativa il Cotogno Chaenomeles dopo la fioritura produce dei piccoli frutti che ricordano le mele cotogne; questi sono commestibili, previa però cottura dato il loro sapore aspro.

Rino Credi