Rita Ciampichetti – La Befana vien di notte…..

2020/02/05, Vergato – Rita Cianpichetti racconta….

La Befana vien di notte…..

“La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?”

Una volta, i bambini che erano stati buoni (e non solo quelli), nella notte tra il cinque ed il sei di gennaio, aspettavano con ansia l’arrivo della Befana che avrebbe lasciato loro un dono come premio per la buona condotta.
Babbo Natale allora non esisteva nemmeno, era troppo occupato su al Nord. Il Natale era una giornata di festa in famiglia nel ricordo della nascita di Gesù Salvatore: la cena della Vigilia, la Messa di mezzanotte, il pranzo con i parenti. Al massimo potevi contare sull’elargizione di qualche soldino da parte di papà che aveva trovato la tua letterina sotto il piatto dei tortellini, scritta con la tua più bella calligrafia e possibilmente senza macchie di inchiostro, dove promettevi solennemente di comportarti nel migliore dei modi e di andare bene a scuola durante il nuovo anno.
Solo da alcuni anni, forse a causa del cambiamento climatico, arriva da noi anche Babbo Natale a portare regali, anzi quelli più importanti e desiderati dai bambini e declinati in lunghissime letterine di richiesta. A quei tempi la concorrenza non esisteva affatto, era la Befana che ti avrebbe lasciato a casa quella notte il giocattolo che avevi tanto desiderato e probabilmente l’unico nuovo sul quale potevi contare per tutto l’anno.
Dobbiamo dire che la Befana si è arricchita nel corso degli anni ed è diventata via via sempre più generosa. Quando passava dalla casa della mia mamma da bambina, le lasciava di solito due mandarini, un pugno di castagne, tre fichi secchi e un po’ di carbone, quello vero. Lei era molto felice perché i mandarini non si compravano mai, c’erano solo le mele.
La Befana di quando ero bambina io aveva iniziato a stare un po’ meglio economicamente e di solito mi portava un giocattolo e un po’ di carbone dolce. Alla sera del cinque iniziava a scorrermi l’adrenalina nel sangue e l’eccitazione montava ora per ora, andare a letto era una decisione difficile, ero consapevole che prima mi addormentavo, prima arrivava la mattina, ma la curiosità di vedere arrivare la Befana era troppo forte, allora mi stringevo nel letto, sotto la coperta, con il cuore che batteva forte e con le orecchie attente ad ogni rumore che sentivo provenire dalla cucina, fino a quando il sonno prendeva il sopravvento e senza accorgermene mi addormentavo. Si faccia avanti chi è riuscito da piccolo a scoprire la Befana!!!
Appena aperti gli occhi, saltavo giù dal letto e a piedi nudi, in pigiama mi precipitavo piena di aspettativa nella calda cucina dove la mamma aveva già acceso la stufa economica e cercavo i pacchi lasciati. Dei regali ricevuti ne ricordo ancora adesso alcuni in particolare.
La bambola con i capelli veri. Allora le bambole o erano senza capelli o a me regalavano di solito quelle bambolone che si mettevano sopra al letto con quegli orrendi vestiti di tulle e con i capelli fatti di una specie di stoppa, il mio cruccio principale era che non le potevo pettinare.
Finalmente la Befana mi portò una bambolina, con un vestino verde e i capelli veri, rossi ricciolini di nylon. Che felicità!! La gioia mi scoppiava dentro, quanto ho giocato con quella bambola a pettinarla e metterli nastrini in testa, l’ho fatta durare anni! certo perché i giochi erano talmente pochi che ne avevi una cura particolare.
Ero poi una bambina fortunata perché la Befana passava anche dalla Caserma dei Carabinieri dove lavorava mio papà e lasciava qualcosa per me anche lì. Un anno lasciò una stufetta economica di latta in miniatura, con la batteria dei tegamini completi di coperchio, il set dei minuscoli mescoli e persino una teglia che andava nel forno con un piccolo pollo arrosto di plastica, veramente deliziosa.
Un’altra volta la Befana mi deluse fortemente, le avevo chiesto il libro di Pinocchio, mi lasciò un album con il riassunto della favola, io volevo la storia intera!!! La delusione provata da un bambino penso sia il sentimento più cocente, mi ci vollero giorni per superarlo.
La Befana delle mie figlie mi trovò a rivestire un altro ruolo, direi importantissimo.. quello della mamma…. e cosa fa la mamma la sera della Befana?? Si preoccupa che tutto sia in ordine per ricevere la vecchietta, apparecchia la tavola con la tazza del latte e i biscotti per rifocillare la povera nonnina che deve ancora tanto volare sulla scopa, aiuta i bambini ad appendere le calze nel camino ed aspetta con altrettanta curiosità che arrivi presto il mattino per godersi lo spettacolo dell’assalto alle calze ricolme di dolci e ai pacchi da scartare. E’ una scena impagabile, a me personalmente faceva rivivere tutto l’entusiasmo provato da bambina, un divertimento incredibile che ho cercato di fare durare il più possibile. Fino a quando naturalmente dovetti prendere atto che le bambine erano un po’ troppo cresciute per aspettarsi l’arrivo della Befana e quindi ricordo che quella sera andai a letto senza preparare nulla. Alla mattina, quando mi alzai per prima e assonnata stropicciandomi gli occhi andai in sala per accendere il camino quale fu la mia sorpresa nel vedere che la Befana era passata lo stesso e ben quattro calze colme erano appese al filo che qualcuno aveva comunque steso. Le mie figlie sghignazzando da dietro la porta dissero: “Vedi mamma, basta crederci ed anche quest’anno la Befana è passata, ci abbiamo pensato noi a preparare la tavola!!”. E’ da allora che tutti gli anni la nostra casa viene sempre visitata dalla Befana e quest’anno la vecchietta ha una ragione ben più valida per venire perché c’è mio nipotino Lorenzo, di tre anni, al quale racconterò l’antica storia della Befana ed allora, ne sono certa, ecco che per incanto la fantastica magia della Vecchia dalle scarpe rotte e dalla velocissima scopa volante ritornerà ancora una volta realtà e riaccenderà il dimenticato entusiasmo del bambino che è in ognuno di noi.

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