Montovolo – Sgarbi, la statua e chi… vuole le prove!

2022/01/25, Vergato – Vittorio Sgarbi a Montovolo per ammirare una scultura lignea certamente uscita dalla bottega di Jacopo della Quercia, questo il titolo del precedente articolo che riporta l’affermazione del critico d’arte che si puo leggere nella cronaca del viaggio.

Non sono mancati come di consueto i dubbi sul “dubbio” di Sgarbi. Ecco l’interessante precisazione di chi lo ha accompagnato (e ne ha proposto la visita) Alfredo Marchi.

Alfredo Marchi, maestro scalpellino e scultore a Vergato, non ha bisogno di presentazioni, ma forse non tutti conoscono i suoi “precedenti” come colui (assieme a Renzo Bressan) che ha curato il censimento, il restauro e l’esposizione delle tele nella chiesa di Vergato, veri tesori d’arte ai più sconosciuti, oggetti anche questi, della “sorpresa” mostrata dallo stesso Sgarbi in visita nella precedente occasione. Non erano ancora i tempi dei social e forse per modestia non si è pensato a un servizio fotografico che rimandasse a coloro che lo hanno perso la grande mostra che si fece a suo tempo in Sala Consiliare nel Palazzo Comunale di Vergato. Rimangono invece tracce documentali e le foto dei restauri in parte fornite dalla Cassa Rurale di Vergato, (poi Banca di Credito Cooperativo e infine Emil Banca) sponsor di una parte dei restauri.

Sgarbi a Vergato visita i tesori d’arte della Chiesa Parrocchiale; “Santa Maria visitante”, olio su tela, cm. 136×185.

Scrive Alfredo Marchi;

La venerata immagine della BEATA VERGINE DELLA CONSOLAZIONE DI MONTOVOLO 

            Nel corso della visita che il noto storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi ha effettuato il 24  dicembre 2021 nella chiesa di Santa Maria di Montovolo, di fronte alla statua lignea della Madonna lì venerata ha dichiarato:  Certamente è uscita dalla bottega di Jacopo della Quercia.

             Questa notizia ha destato interesse e meraviglia da parte di molti che conoscono le bellezze  artistiche di questo luogo, ma che non si aspettavano che questa scultura potesse essere uscita da una bottega artistica così importante e famosa.

            In effetti, sui libri di storia locale che ne hanno parlato sino ad ora, la Madonna di Montovolo  viene sempre indicata come di origini incerte. 

            Sul sito internet della Beata Vergine della  Consolazione di Montovolo si descrive che: La statua lignea della Madonna risale alla seconda metà del ‘500, poiché se ne parla in un inventario del 1566 che riporta notizia del taglio della base effettuato per inserirla nella nicchia.  Oriano Tassinari Clò ce la presenta  come: … statua policroma della Madonna col Bambino (si ritiene comunemente di sorbo) da  sconosciuto ed arcaicizzante autore del secolo XV-XVI, con canoni ancora gotici, ma con evidente attenzione alle libertà espressive rinascimentali.

            Prima di proseguire in questa indagine, occorre sapere che la visita di Vittorio Sgarbi a Montovolo non era prevista, né lui conosceva affatto questo luogo per cui la sua valutazione sulle opere d’arte lì presenti venivano da lui date solo sulla base della propria esperienza e conoscenza artistica e storica,  senza previa consultazione di testi scritti né godendo di particolari indicazioni di chi lo accompagnava. Le sue valutazioni degli affreschi quattrocenteschi, della riproduzione fotografica della tela attribuita al Crespi e di altri dipinti e statue, si sono poi rivelate tutte coerenti a quanto già precedente attribuito e pubblicato da altri studiosi,  ma il preciso periodo di datazione e la provenienza della statua lignea della Madonna … quello si rivelava come una novità!

            Una novità, secondo me, coerente con i dati storici e la forma stilistica che già si conoscevano. Infatti sappiamo con certezza che la statua era già presente nel santuario alla data del 1566 perché citata in un inventario che specificava anche che la base era stata tagliata allo scopo di poterla collocare nella nicchia già esistente sopra all’altare. Ciò fa capire che la statua non era stata commissionata dal Santuario, altrimenti sarebbe stata fatta di misura, ma da qualche altro committente che probabilmente, dopo averla tenuta per anni presso altro luogo, lui o un suo erede l’ha poi ceduta al Santuario di Montovolo che l’ha adattata, tagliandola, alla nicchia disponibile. Quindi non si può farla risalire al XVI secolo, ma prima. Il fatto poi che presenti caratteri del periodo gotico (metà  sec. XII – inizio sec. XV) con libertà espressive Rinascimentali (inizio sec. XV – metà sec. XVI) fa datare la scultura della Madonna di Montovolo alla prima metà del 1.400, periodo in cui la bottega di Jacopo della Quercia era in piena attività e dal 1425 al 1435 operava a Bologna. Infatti, con l’arte di Jacopo della Quercia, e quindi anche della sua scuola, si tentò una sintesi fra la scultura gotica di Giovanni Pisano e la classicità del neonato rinascimento fiorentino.

            Se quindi ancora non sono state trovate firme o documenti storici che attestino la reale origine ed importanza di questa statua, l’affermazione del critico e storico d’arte Vittorio Sgarbi ci convince sempre più di quanto il nostro territorio possieda valori artistici, ma non solo, che ancora non siamo riusciti a vedere appieno, che spesso abbiamo sottovalutato o non abbiamo saputo salvaguardare. Ci dice che abbiamo tanti tesori ancora da scoprire e per questo un grazie a studiosi ed esperti che ci aiutino, come Sgarbi, a farlo.

Alfredo Marchi, 25/01/2022

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