Sorgenti abbandonate – Mapparle e gestirle per un migliore utilizzo della risorsa idrica

2023/03/21, Vergato – Due comunicati sullo stesso argomento: Sorgenti mapparle e gestirle.

Una del capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi con la risposta della vicepresidente della Regione ER Irene Priolo e un comunicato del CAI di prossima pubblicazione

SORGENTI ABBANDONATEMapparle e gestirle per un migliore utilizzo della risorsa idrica

Il capogruppo di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi ha presentato nella seduta d’Aula odierna un question time proponendo alla Presidente dell’Assemblea legislativa e alla Giunta regionale e in considerazione della grave crisi idrica che si prospetta a causa degli ormai consolidati cambiamenti climatici, di provvedere a una mappatura delle sorgenti abbandonate del territorio al fine di recuperare una parte di risorsa idrica e nel contempo prevenire movimenti franosi devastanti per il territorio.

Gli acquedotti rurali una volta erano gestiti dai privati che costruivano acquedotti là dove c’erano fonti e corsi d’acqua: strutture efficienti realizzate artigianalmente e la cui gestione e manutenzione comportavano una spesa annua minima per ogni abitante. La gestione degli acquedotti, dalle mani dei privati e di piccoli consorzi o dei Comuni, è passata oggi in quelle di grandi gestori, che per opportunità economica hanno abbandonando la gestione e la manutenzione delle sorgenti e dei depositi d’acqua e preferiscono prelevare l’acqua dai fiumi tramite sistemi di pompaggio e di depurazione. Come conseguenza dell’abbandono delle sorgenti, una importante quantità di acqua non viene più regimentata e può rappresentare un pericolo per il territorio in quanto causa di piccole e grandi frane. La recente frana di Monterenzio ne è un esempio.

Chi conosce quel territorio sa che a monte di quella zona esiste un’ampia area di sorgenti abbandonate, con flussi di acqua non regimentata che probabilmente è stata una delle cause di quell’evento. Capita spesso che al verificarsi di simili fatti, vengano chiamati in causa i proprietari dei terreni, accusati ingiustamente di mancata manutenzione e gestione dei terreni. Abbiamo vissuto un anno molto secco, e quello nuovo non sembra promettere meglio. La portata dei fiumi si è impoverita e la scarsità di piogge ad oggi ha messo in grave crisi il riempimento delle falde. In una simile situazione una razionale gestione della domanda idrica globale, con incentivi per il risparmio, associata a un recupero sostenibile delle risorse presenti potrebbe fare la differenza per il nostro futuro.

Il Consigliere Mastacchi chiede alla Giunta se non ritenga opportuno attivarsi per una completa mappatura delle sorgenti abbandonate presenti sul nostro territorio al fine di recuperare il “troppo pieno” e l’acqua in superficie, per convogliarla utilmente e con una minima spesa.  Si potrebbero così anche prevenire movimenti franosi devastanti per il territorio, recuperando questa risorsa così preziosa ed evitando ulteriori sprechi idrici. Risponde l’Assessore Priolo che la Regione da anni ha avviato un censimento sulle sorgenti non captate libere e in condizioni di naturalità, oltre che attivato il “Progetto censimento partecipato” con la raccolta anche di segnalazioni spontanee. Gli acquedotti rurali sono ancora una grande risorsa e si sta operando per assicurare che, a garanzia delle reti e delle opere di captazione, procedano verso un graduale passaggio di titolarità degli acquedotti rurali al servizio idrico integrato. Mastacchi prende atto dell’illustrazione fatta dall’Assessore e precisa che, più che il contributo volontario, il coinvolgimento dei Comuni, con la precisa conoscenza del loro territorio, potrebbe dare un contributo importante per mettere a valore tanta acqua dispersa oggi sul territorio. Importante è che i territori fossero parte attiva.

Chiaro è anche che le multiutility, che gestiscono le infrastrutture idriche, in una logica di profitto tendono a lavorare sulle grandi infrastrutture abbandonando i piccoli acquedotti che sono molto più costosi. Ma questo lavoro è importante per le comunità locali.

SPEAKER : PRIOLO, VICEPRESIDENTE DELLA GIUNTA:
Posto, consigliere che non concordo sulle motivazioni addotte per la frana di Monterenzio, ma ci siamo anche per le vie brevi confrontate, anche perché, a seguito della mappatura della fragilità del territorio, il Comune ha degli obblighi per quanto riguarda anche la regolamentazione sulla regimazione delle acque, il fatto che insistano delle proprietà private non li esime dagli obblighi della buona gestione del fondo che essi hanno.

Non è una criminalizzazione, ma era il giusto richiamo alle responsabilità, sia da parte pubblica che la parte privata. Rimanendo però nel merito della sua interrogazione, quindi in relazione alla mappatura delle sorgenti presenti sul territorio regionale, si fa presente che la Regione da anni ha avviato la formazione di un quadro conoscitivo sui punti d’acqua, tra cui un censimento delle sorgenti non captate libere, e in condizioni di naturalità disponibile sul sito ambiente all’interno del quale sono pubblicate anche le sorgenti storicamente segnalate nella carta topografica del Regno d’Italia.

Il censimento sta proseguendo attraverso il progetto “Censimento partecipato” con la raccolta anche delle segnalazioni spontanee provenienti dai frequentatori della montagna regionale, per dire come mettiamo insieme tutte quelle che possono essere informazioni inutili.

Ciò premesso, tuttavia, a fronte delle sempre più frequenti situazioni di criticità di approvvigionamento idrico conseguenti a periodi siccitosi, l’amministrazione regionale, come sa, sta monitorando da tempo le condizioni idrometroclimatiche regionali e delle principali fonti e le conseguenti disponibilità di risorsa idrica.

Gli acquedotti rurali rappresentano ancora oggi una realtà territoriale importante per i nostri Appennini, ma possono essere caratterizzati da grandi fragilità di incertezza di alimentazione, soprattutto a fronte dell’intensificarsi degli eventi siccitosi che stanno manifestando non solo una forte riduzione delle portate superficiali, ma anche un impoverimento delle risorse stesse.

Per questo motivo si sta operando al fine di assicurare continuità di approvvigionamento potabile sia attraverso l’interconnessione dei sistemi di distribuzione e l’individuazione di una pluralità di fonti potenziali, che garanzia della manutenzione delle reti delle opere di captazione, procedono verso un graduale passaggio di titolarità degli acquedotti rurali al servizio idrico integrato per il quale comunque la fonte idropotabile dominante è costituita da acque sotterranee sorgenti.

Inoltre, successivamente all’adozione del Piano dell’area che faremo, procederemo al successivo nuovo progetto di pianificazione per la tutela delle acque, che mette al centro il mantenimento e/o raggiungimento di un buono stato qualitativo delle stesse ma che si pone l’obiettivo, contestualmente, di individuare strategie per garantire la risorsa idrica alle popolazioni di oggi e domani.

A fronte di un amplificarsi della situazione di ridotta disponibilità di risorse, restano comunque alte le necessità antropiche di acqua e risulta prioritario razionalizzare ed efficientare il più possibile i sistemi di captazione e distribuzione, ed assicurare una gestione ottimale, strategica, che non può prescindere dall’aggiornamento e perfezionamento delle conoscenze – come lei ha chiesto – nonché dell’intensificarsi del monitoraggio su stato, condizioni quantitative e modalità di gestione della risorsa.

All’interno di questo censimento possono essere localmente documentate anche le sorgenti un tempo captate e ora abbandonate, esempio per motivi puramente gestionali e la cui conoscenza e puntuale complessità è in capo ai gestori del servizio idrico integrato.