La Regione candida il Brasimone per il centro europeo: la soddisfazione dei sindaci dell’Unione dell’Appennino bolognese.
2017/10/17, Vergato – L’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese informa;
La Regione candida il Brasimone per il centro europeo: la soddisfazione dei sindaci dell’Unione dell’Appennino bolognese.
Dopo la candidatura ufficiale da parte della Regione-Emilia per ospitare l’impianto europea di ricerca per la produzione di energia i sindaci dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese apprezzano e si mostrano fiduciosi.
17 ottobre – L’Emilia-Romagna si è ufficialmente candidata a ospitare nella sede Enea sul lago Brasimone, nel territorio di Camugnano, un centro di ricerca europeo per testare la produzione di energia attraverso nuove tecniche quali quelle della fusione nucleare. “Si tratta di un primo passo importante – ha commentato il sindaco di Camugnano Alfredo Del Moro – segno che in questo caso la politica sta facendo la sua parte. La strada da percorrere è ancora lunga ma siamo partiti con il piede giusto”.
Il progetto in questione si chiama Divertor Tokamak test (DTT), vale complessivamente 500 milioni di euro ed avrebbe sicuramente ricadute positive sul territorio montano dell’Appennino bolognese. Qui infatti nel luglio scorso un convegno organizzato a Castiglione dei Pepoli dal sindaco Maurizio Fabbri aveva fatto confrontare intorno a un tavolo diversi attori coinvolti dal progetto: oltre ai sindaci del territorio, il sindaco metropolitano Virginio Merola, uno dei primi a lanciare l’idea, la Giunta della Regione Emilia-Romagna rappresentata dall’assessore Palma Costi, il parlamentare Gianluca Benamati, il presidente dell’Enea Enrico Testa.
Dalle parole si è passati ai fatti, visto che con un delibera la giunta dell’Emilia-Romagna non solo la Regione si candida ad ospitare l’impianto pilota del progetto, attualmente in fase di istruttoria presso la Commissione Europea, ma prevede di mettere a bilancio le risorse necessarie a sostenerlo, pari ad almeno 15 milioni di euro in 7 anni. La delibera inviata al Ministero dello Sviluppo economico e all’Enea è frutto di una scelta fortemente condivisa: a sostenerla infatti c’è sia l’Università di Bologna, che ha manifestato l’interesse a partecipare al progetto, che la Regione Toscana.
Lo stesso sindaco Fabbri non nasconde la soddisfazione sia per i tempi stretti entro cui si è arrivati a questa candidatura, sia per il numero di enti scesi in campo “dobbiamo ringraziare la Regione Emilia-Romagna per la serietà e la velocità dimostrata, ma anche il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi per il sostegno ufficiale alla candidatura del centro del Brasimone. Ho trovato in questi mesi una sponda forte con il sindaco di Prato Matteo Biffoni e l’assessore regionale Stefano Cioffo. Hanno compreso appieno il valore del progetto e le ricadute positive per tutto l’appenino tosco-emiliano“.
Tutta l’Unione dei comuni dell’Appennino, in primis il presidente Romano Franchi, approva questo passaggio: “Abbiamo sostenuto il progetto sin da principio. Anche perché c’è la consapevolezza da parte dei sindaci che questo tipo di ricerca non solo porta sviluppo economico, ma in futuro potrà anche fornire risposte a tanti problemi energetici e ambientali attuali”. L’obiettivo di lungo periodo infatti è quello di costruire centrali che producano energia pulita e inesauribile, senza pertanto scorie o rischi di inquinamento. Centrali che saranno rese possibili solo se il DTT raggiungerà il suo scopo principale, che è quello di sviluppare materiali adatti a resistere ad alte temperature e capaci di funzionare in condizioni estreme.