Gli “Sdaleen” di Carboni Enrico – Nr.6 – Le Cappelline
2013/02/10, Vergato – Le Cappelline: Un’altra tipologia di sdaleen è rappresentata dalle cappelline o cellette, piccole costruzioni che troviamo ubicate in posizioni e condizioni del tutto simili agli altri sdaleen e con le stesse motivazioni e funzioni, ma con caratteristiche costruttive diverse. Frequentemente le troviamo infatti agli incroci delle strade, (Cà Bortolani e Castelluccio su un quadrivio), oppure edificate a seguito di una visita pastorale ( S. Lucia-Castel d’Aiano ), oppure per grazia ricevuta (Molinello-Vergato), insomma con le stesse motivazioni e funzioni delle edicole, (delle quali potrebbero rappresentare una evoluzione se pensiamo alla grande edicola Pelagalli della Scola), dei piloni e dei pilastrini, ma con un impegno costruttivo un po’ più importante e con riferimento tipologico non tanto ai campanili, bensì alle chiese e agli oratori. Si tratta infatti di piccole costruzioni, solitamente a base quadrata o rettangolare, da uno a due metri quadri di superficie, alte due o tre metri al colmo, con copertura a due falde in cotto e con un’ampia apertura, chiusa in alto da un arco a tutto sesto, che occupa quasi tutta la parte anteriore. All’interno trovano spazio piccoli altarini e nicchie che ospitano piccole statue di madonne e santi oppure targhe in ceramica con immagini devozionali ed in alcuni casi dipinti sulla parete di fondo. Una cancellata chiude la cappellina e la mette in relativo riparo da furti e vandalismi; è questa forse la ragione che in alcuni casi le ha fatte preferire agli sdaleen tradizionali che risultano più esposti. A volte poi le cappelline rappresentano l’evoluzione di un preesistente sdaleen (es. Corgnolo-Camugnano e Suzzano-Cereglio) per il quale la devozione popolare ha raggiunto intensità tali da coinvolgere l’autorità ecclesiastica ed in questo caso rappresentano una via di mezzo fra struttura di devozione popolare di esclusiva iniziativa e pratica privata e struttura pubblica di culto. Altra cosa sono gli oratori che sono edifici più grandi, ad una navata, che possono accogliere diverse persone ed ai quali si accede da una porta in legno che rimane normalmente chiusa e che quindi non consente di vedere all’interno. La prima cappellina in copertina si trova a Corgnolo in comune di Camugnano, edificata ai primi del novecento ha probabilmente sostituito un precedente pilastrino del quale è rimasta solo la cuspide-pinnacolo in arenaria ricollocata sul tetto. All’interno, sulla parete di fondo, una grande e bella targa maiolicata della Madonna del Rosario ed ai lati, dentro due piccole nicchie, una statua del Sacro Cuore di Gesù e una di S. Rita da Cassia. La seconda cappellina si trova a S. Lucia in comune di Castel d’Aiano, edificata, come si evince dalla targa, nel 1924 in occasione della visita pastorale del Cardinale G.B. Nasalli Rocca. La terza, collocata sul quadrivio di Cà Bortolani-Savigno, edificata nel 1927 e dedicata a S. Teresa del Bambin Gesù, è stata ricostruita nel 1995 a seguito di un incidente stradale. Una quarta cappellina molto antica, una pietra murata porta la seguente iscrizione: M A D 8 (Anno Domini 1800?), è quella situata nella località “Dominus vobiscum”, in comune di Castiglione dei Pepoli, sul trivio per Cavanicce e Cà di Landino. La tradizione vuole che in quella località vi fossero nei secoli passati tre grandi cerri nell’atto sacerdotale di benedire i fedeli (da cui la denominazione del luogo) e che nel cerro di mezzo vi fosse appeso un tabernacolo arboreo contenente un immagine della B.V. davanti alla quale si inginocchiavano a pregare tutti i pellegrini diretti al santuario di Boccadirio. Nel tempo si è passati dal tabernacolo arboreo alla cappellina attuale che ospita all’interno tre targhe in ceramica di cui una raffigurante la B.V. di S. Luca. Del tutto particolare l’arredo della quinta Cappellina di Cà Lavandaia di Treppio, in comune di Sambuca Pistoiese, costruita nel 1844, al posto delle statue o delle targhe troviamo una grande croce in legno con appesi tutti i simboli della passione di Cristo (la scala, il martello, i chiodi, le tenaglie, la lancia, il gallo, la borsa dei trenta denari di Giuda, la spugna imbevuta d’aceto…). Questa rappresentazione ingenua e carica di intensa devozione abbiamo dapprima ritenuto che fosse da collegare ad una antica tradizione del venerdì santo che gli abitanti di Treppio erano soliti celebrare con una processione in costume detta del “Gesù morto”, secondo un rituale consolidato nel tempo che prevedeva fra l’altro che un gruppo di bambini vestiti di bianco e celeste recassero in mano un guanciale di raso sul quale erano posti proprio tutti i simboli della passione.(vedi Nueter 1996 n.1 e 1980 n.12 a cura di Maurizio Pozzi e Olindo Manca). In realtà quella simbologia della passione di Cristo si è rivelata abbastanza diffusa e l’abbiamo ritrovata in altre cappelline (La Cà-Maserno-Montese) ed in diverse chiese e sagrestie della nostra montagna. Un’altra cappellina presa in esame è quella del Molinello di Vergato, costruita nel 1884 per grazia ricevuta dalla famiglia Marchi allorché il piccolo Riccardo cadde nel canale e miracolosamente si salvò. All’interno un ex-voto che ricorda l’accaduto con relativa iscrizione ammonitrice, e una immagine in nicchia della deposizione di Cristo ed uno sfondo con angeli dipinto da Renzo Bressan. L’ultima cappellina presentata è quella di Castelluccio, in comune di Porretta al centro di un quadrivio appena fuori dal centro abitato, anche in questo caso una cuspide pinnacolo in arenaria si eleva dal tetto come in quella di Corgnolo.
1° Foto di copertina : Cappellina Corgnolo – Camugnano
2° Foto : “ S. Lucia – Castel d’Aiano
3° Foto : “ Cà Bortolani – Savigno
4° Foto “ Dominus vobiscum – Castiglione dei Pepoli
5° Foto “ Treppio – Sambuca Pistoiese
6° Foto “ Molinello – Vergato
7° Foto : Ex-voto ed iscrizione ammonitrice
8° Foto Cappellina Castelluccio – Porretta Terme
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