Aggressioni al capotreno – Le considerazioni di Marco

VN24_Vergato-stazione-FS-022016/01/02, Vergato – Le considerazioni di Marco;

Prendendo spunto dall’ennesima aggressione ad un capotreno

 
 
 
mi sono poi andato a leggere una risposta, datata 27 luglio 2015, ad uno dei tanti atti ispettivi rivolti al competente Assessore per fatti sicuramente più gravi di quello pubblicato oggi, avvenuti in altra Regione
 
 
Verso la fine della risposta, esordisce con questa conclusione:
 
<<alcuni dei quasi 1000 treni del trasporto regionale …… hanno quindi, tra i passeggeri, un carabiniere o un agente di polizia, pronto a intervenire i caso di bisogno.
 
Immaginare che tutti i treni debbano essere scortati dalla polizia ferroviaria appare una ipotesi alquanto improbabile per i rilevanti costi, anche organizzativi, che ciò comporterebbe.>>
 
Allora io dico che anche il costo sanitario (cure sanitarie del capo treno) e di giustizia (nomina del difensore d’ufficio e costi di traduzione degli atti (e della persona da Vergato a Bologna qualora il soggetto fermato non parla correntemente l’italiano) spalmati:  il primo su tutta la popolazione fisica e giuridica regionale che paga l’irpef regionale; la seconda sull’intero territorio nazionale, ha un rilevante costo che non verrà certo recuperato nei confronti di certe categorie di persone di sicura indigenza.
Altra cosa di non poco conto che rilevo, il fatto che si debba fare  ricorso alle risorse umane e finanziarie dei Carabinieri quando in questo contesto il Corpo di Polizia che ha competenza risulta essere  la Polizia Ferroviaria.
Tale “distrazione temporanea” in termini di pattuglie  fa in modo che poi una parte del territorio rimanga “scoperto” da controlli istituzionali dell’Arma. Soprattutto fuori dai Capoluogo di Regione e Provincia dove essi hanno quasi l’esclusiva per il controllo del territorio in relazione alla sicurezza e ordine pubblico che per la prevenzione e la repressione dei reati.
lascio a voi il compito di analizzare gli “n” uomini in divisa in “n” caserme e gli “n” passeggeri per dare la giusta dimensione (non politica) in proporzione tra offerta della sicurezza e su quanti obiettivi questa offerta deve dare riscontro (stazioni, linee ferroviarie, treni)
Una via di mezzo potrebbe essere la possibilità di far co-finanziare alla Regione, con risorse Europee, di Trenitalia-Tper e dei Comuni toccati dalla linea e da quelli limitrofi,  l’apertura di una “filiale” di Polizia Ferroviaria (con max 2 tre agenti in servizio dalle 6 alle 22) a metà percorso tra Porretta e che so Sasso Marconi.
e di spendere poche migliaia di euro per l’acquisto di spray al peperoncino da parte di Trenitalia in concorrenza con la Regione (per i treni cofinanziati) in vendita nelle armeria (aventi le caratteristiche che si possono leggere su questo sito)
da consegnare in dotazione a bordo dei treni, al solo scopo di evitare e di subire aggressioni fisiche da parte dei piu’ esagitati e/o riottosi non potendo, come pubblici ufficiali, utilizzare mezzi coercitivi come le forze di polizia.
Da ultimo, sempre dalla risposta del competente Assessore si rileva che i capi treno sanno della presenza delle forze dell’ordine a bordo dei treni.
 
Ma noi passeggeri no.
 
Come da annuncio ci invitano sempre a rivolgerci al Capo treno in caso di necessità poichè è la figura di riferimento. 
 
Provocatoriamente chiedo, da come stanno evolvendo le cose, se dovremo rivolgerci  al Paradiso  prima di salire a bordo di un treno.
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