Borsa di studio 2014 “Umberta Cristiani” a Riccardo e Matteo
2014/05/17, Vergato – Riccardo e Matteo sono i due studenti dell’IIS “Fantini” che hanno ricevuto la borsa di studio “Umberta Cristiani” 2014. Il sign. Mazzini, marito di Umberta, ha consegnato gli assegni durante un’intensa e commovente cerimonia dove Mila Benini ha ricoradato la figura di Umberta Cristiani mentre il sindaco Sandra Focci, assieme al vicesindaco Giuliana Degli Esposti e all’assessore Di Fresco hanno presenziato alla cerimonia. Presenti anche alcuni dirigenti dell’Istituto Fantini e un gruppo di compagni di classe. Dopo la consegna degli assegni, libri e stampe è stato offerto un rinfresco… molto apprezzati i tortelloni alla crema, complimenti a chi li ha fatti!
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Da: Esplorando il passato
Cristiani Umberta, 51 anni, civile.
Quali ricordi ha degli anni della guerra?
Ho il ricordo di mio padre che è partito volontario nell’ottobre del 1940 e lui ha desiderato ardentemente di fare questo perché credeva fermamente di fare il bene dell’Italia, il bene della sua patria. Era una convinzione che non era condivisa da mia madre; lei più realisticamente vedeva che sarebbe stato più giusto restare a casa e non pensare a queste cose che erano un po’ troppo idealistiche e sarebbero rimaste forse, come è stato, un’utopia.
Invece lui ha desiderato partire; anzi, per poterlo fare, siccome apparteneva al Genio Pontieri, essendo geometra, ha dovuto togliersi da questo corpo, per poter partire volontario insieme a un gruppo molto numeroso della nostra zona: gente di Vergato, Castelnuovo, Tolè, Carbona, Grizzana, Pioppe, Marzabotto, insomma della nostra zona. E lui era il comandante di questo gruppo. E son sempre stati tutti assieme, sia a Koriza che a Pogradec. Dopo alcuni mesi dalla sua partenza, però, si è accorto che la mamma aveva ragione e che non era vero quello che avevano detto quando era a casa, cioè che bisognava andare, bisognava partire, per vincere, per far forte l’Italia,., insomma per il bene della patria, per il bene di tutti, eccetera, eccetera…
Invece si è accorto che la realtà era ben diversa, perché i militari dovevano andare in mezzo al freddo, alla neve, in prima linea, a combattere, a rischiare la vita in ogni momento, senza mangiare, senza coperte e senza abiti abbastanza pesanti per coprirsi e riparasi; mentre gli ufficiali e i capi se ne stavano tranquillamente nei luoghi sicuri, nei ristoranti e negli alberghi di lusso, a mangiare quello che doveva andare ai soldati che erano in prima linea, a godere, a divertirsi, a far festini con le donne del luogo e non pensavano minimamente né ad aiutare né a coprire né a proteggere quelli che combattevano e che facevano veramente il loro dovere. Perciò mio padre, a questo punto, decise che non era giusto restare dov’era, perché lui rischiava la vita per persone che non lo meritavano. E scrisse una lettera a casa dove chiedeva alla mamma di preparare i documenti, per avere l’esone-
ro e poter ritornare in patria. Continua…
Quale messaggio si sente di lasciare ai ragazzi d’oggi a proposito della guerra?
La guerra è una cosa terribile. Io dico che si deve cercare assolutamente di non far mai più venire delle guerre. Occorre la pace, la discussione anche, ma il dialogo, per cercare di comprendere le idee degli altri. Perché con la guerra, con la lotta armata non si risolve niente. Invece, perché il mondo vada avanti, occorre sì distruggere quello che è sbagliato, ma sapendo già quello che si vuole ricostruire. La guerra porta solo odio, rancore, distruzioni, danni e niente più. Quindi bisogna dire un totale e assoluto NO alla guerra.