Da alcuni giorni c’è un escavatore che lavora nel Vergatello

2017/12/30, Vergato – Lavoro per gli umarèl vergatesi attratti dal rumore di un escavatore e dai lavori apparentemente incomprensibilii, risponde Ferdinando Petri.

Da alcuni giorni c’è un escavatore che lavora nel Vergatello, a poca distanza dal ponte di piazza IV Novembre, e tanti cittadini mi hanno chiesto di cosa si tratta. Da quanto ho potuto personalmente accertare sono lavori di manutenzione effettuati da quello che fino agli anni ’70 era l’Ufficio speciale del Genio Civile per il Reno e a cui la Regione, subentrata allo Stato, ha più volte cambiato denominazione. Alcuni mesi fa è stato segnalato a quel Servizio Tecnico regionale, che ho diretto fino al 2015, che alcuni massi della pavimentazione dell’alveo a valle della briglia situata tra i due ponti che scavalcano il Vergatello si erano mossi, spostati dalle piene dell’inverno 2015-2016, e che l’acqua stava scavando una voragine sotto alla pavimentazione restante. Questa progressiva erosione dell’alveo alla lunga avrebbe messo in pericolo la stabilità della briglia, delle sponde – lungo cui corrono due importanti arterie comunali (la via G.Di Vittorio e la strada per l’ospedale) – ma soprattutto avrebbe potuto scalzare il pilastro centrale del ponte che collega la Circonvallazione con piazza IV Novembre. Il Servizio Tecnico regionale ha verificato lo stato di pericolo e per farvi fronte ha preventivato l’intervento con l’utilizzo delle modeste risorse disponibili per contrastare le piene fluviali. I lavori consistono nell’estensione della pavimentazione in blocchi di arenaria (c.d. “massi ciclopici”) e rappresentano una importante prevenzione dei possibili danni che le acque del Vergatello in piena potrebbero arrecare alle opere pubbliche nel tratto che attraversa il nostro capoluogo.

Questo intervento, lo dico con soddisfazione e riconoscenza da cittadino e da tecnico, rappresenta nel suo piccolo (parliamo di circa 5.000 euro IVA compresa) l’esempio di ciò che la Regione (che dispone ancora di ottimi tecnici) dovrebbe fare sistematicamente nei corsi d’acqua e non solo: PREVENZIONE, CURA DEL DETTAGLIO, ATTENZIONE AD OGNI POSSIBILE FONTE DI PERICOLO. La manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche (argini, briglie, chiuse, ponti, vasche di espansione) è la chiave della sicurezza del territorio. Un euro speso in prevenzione consente di risparmiarne dieci, cento o più in emergenza. Questo vale anche per quanto riguarda la regimazione idraulica dei terreni in dissesto (si veda il caso del centro abitato di Riola) e, tema strategico quanto delicato, la pulizia degli alvei dalla vegetazione arborea, tanto cara agli ambientalisti quanto pericolosa e fonte di grave rischio per la sicurezza di chi vive lungo i fiumi.

Ferdinando Petri

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